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Trentino, record prezzi per alimentari, casa e trasporti. In Trentino le retribuzioni non tengono il passo, Grosselli: "La Giunta della Pat resta a guardare con colpevole inerzia”

Oggi, spiega il sindacato di via Muredei, un lavoratore dipendente altoatesino è retribuito in media quasi il 16% in più del suo collega trentino rispetto ad un differenziale di poco meno del 13% registrato nel 2019

Di GF - 16 luglio 2024 - 18:03

TRENTO. E' record prezzi per alimentari, casa e trasporti. L’inflazione in Trentino continua a rallentare la sua corsa, con un tasso medio annuo dell’1,2% a giugno anche se è tornata a crescere rispetto allo stesso mese dello scorso anno (+0,3). 

 

Sui beni di prima necessità e di più largo consumo gli anni post-Covid hanno lasciato una ferita che stenta a rimarginarsi visto che il potere d’acquisto delle retribuzioni non è riuscito a tenere il passo dell'inflazione arretrando vistosamente. Rispetto al 2019 i prezzi dei beni alimentari a giugno di quest’anno sono più alti di oltre 26 punti percentuali, i prezzi legati ad abitazioni ed utenze sono saliti del 27% e quelli dei trasporti hanno segnato un più 16% circa.

 

“Il problema - ricorda il segretario generale della Cgil del Trentino, Andrea Grosselli - è che non sono cresciuti allo stesso modo i salari e gli stipendi delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti. Anzi tra il 2019 e il 2022 gli aumenti delle retribuzioni medie sono stati inferiori a quelli registrati in Alto Adige, Veneto, Lombardia e in generale del Nordest”.

 

I dati pubblicati dall’Istituto di statistica provinciale

Tra il 2019 e il 2022 le retribuzioni medie annue dei lavoratori dipendenti del settore privato in Trentino sono cresciute solo del 3,3%, contro il 5,2% dell’Alto Adige. Ma anche in Veneto e nell’intero Nordest gli incrementi retributivi sono stati più alti. 

Oggi un lavoratore dipendente altoatesino è retribuito in media quasi il 16% in più del suo collega trentino rispetto ad un differenziale di poco meno del 13% registrato nel 2019. Lo stesso vale per il Nordest dove i lavoratori dipendenti oggi in media guadagnano ogni anno l’11,2% in più rispetto ai lavoratori trentini.

 

“Ecco perché - conclude Grosselli - continuiamo a ritenere quella dei salari la vera emergenza del Trentino. L’alta inflazione di questi anni e le asfittiche dinamiche salariali determinano un impoverimento reale delle famiglie trentine. Per questo di fronte ad una legge di assestamento provinciale che muove più di un miliardo di euro, l’assenza degli stanziamenti necessari per rafforzare il potere d’acquisto dei salari di chi lavora, a partire da quelli che operano nel sistema pubblico, e la decisione di non investire nell’aumento della produttività del sistema economico provinciale puntando sull’innovazione e sull’industria testimonia che la Giunta provinciale invece di agire resta a guardare con colpevole inerzia”.

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